martedì 20 luglio 2010

io, tu , lui/lei, NOI, voi loro...

In teatro, e non solo, si parla costantemente...è una gran chiacchierata...
e chi non c'è abituato si ritrova a fare i conti con il sapore di un disegno, la vibrazione di un tessuto, l'emozione di un'aria, il gusto di una luce...
sembra più un gioco di pubbliche relazioni e poetica che un lavoro artigianale.
il più grande errore in cui si può incappare è la definizione di "artista";
la semplice verità è che chi si investe di tale titolo, poi, pretende di avere libertà totale, combattere la forza di gravità, vincere contro il tempo, avere il monopolio delle vite altrui...
non sono tutti mostri, o per lo meno non lo sono sempre...
purtroppo nessuno si salva, esistono delle gerarchie ben definite nel mondo teatrale, la monarchia inglese impallidirebbe...
quando ti trovi nel vortice non puoi fare molto, cerchi di restare a galla, capisci chi è che comanda e fai buon viso a qualunque gioco, a qualunque costo...il buon vecchio luigi pirandello lo sapeva bene...senza voler essere retorici citiamo -il teatro nel teatro- una metafora per la vita...e lavorare nel mondo del teatro lo è ancor di più...non sai mai chi è che guarda lo spettacolo e chi recita...
ma non voglio perdermi filosofeggiando...
se c'è qualcosa che ho capito è che i geni non esistono, tutti sbagliano, tutti hanno limiti, ma ognuno ha un ruolo, c'è chi se lo ritaglia su misura e poi, forse, non gli resta altro...
e scendere da quel palco e accettare l'idea che quella luce fastidiosa non sia più puntata su di te è la cosa che più spaventa...e così rimangono là...le "prime donne", che tanto vanno ammirate, perchè hanno sacrificato tutto per quel mondo che andiamo a vedere, a godere, di tanto in tanto...fatto di poltroncine, stucchi e velluti porpora...loro hanno fatto di un lavoro un'arte, hanno creato magie...ma a quale prezzo?!...

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